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Counseling Day 2023


 
Un tavolo per il welfare delle professioni. È quanto ha confermato il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, a margine della IX conferenza della Cassa forense, che si è chiusa ieri sulle rive del lago Maggiore. «Ne ho già parlato con il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi – ha affermato Alfano – e a breve convocheremo insieme i presidenti delle Casse, perché la riforma si compone di due pilastri. Da un lato, il riordino delle regole generali per l'esercizio delle libere professioni, su cui poi si declineranno discipline ad hoc per comparti. E dall'altro, un intervento per ampliare le iniziative di welfare delle Casse in favore degli iscritti». «In linea generale – ha spiegato Marco Ubertini, presidente della Cassa forense, che esprime soddisfazione per l'invito pronunciato da Alfano – gradiremmo ragionare di un alleggerimento fiscale e di un'unificazione del prelievo sul patrimonio immobiliare che ci permettano di liberare ulteriori risorse. Housing sociale, sostegni al reddito di giovani e famiglie ma anche formazione e 'riorientamento' dell'offerta professionale verso sacche di domanda non ancora evase sono solo alcune delle iniziative su cui Cassa forense sta ragionando».

Ma il Guardasigilli è giunto ieri alle porte di Stresa anche per rassicurare l'avvocatura sull'impegno a portare a casa la riforma dell'ordinamento in tempi stretti. «Martedì interverrò al Senato perché l'opposizione richiede il ritiro del disegno di legge. Non ci penso neppure».

E dagli avvocati preeenti alla Conferenza arrivano preoccupazioni e richieste. «La riforma forense – spiega Marco Vezzola, da Brescia – deve servire soprattutto a garantire operatori preparati e qualità delle prestazioni rese. Per questo il riordino dei criteri dell'accesso deve premiare solo i più preparati». Però le responsabilità degli avvocati, in questo, sono pesanti. «I tirocinanti sono troppi perché non costano nulla – prosegue Vezzola – e averne due o tre alla volta spesso consente al titolare di studio di risparmiare sui costi delle segretarie. Però sulle società è bene evitare il capitale Ne avremmo vantaggi fiscali – conclude – ma poi come lo si liquida il socio di capitale e che ripercussioni può avere nel rapporto fiduciario col professionista?».

«Alla luce del fortissimo precariato, soprattutto al sud – spiega Raffaele De Vita, da Siracusa – penso sarebbe necessario agganciare la tutela previdenziale all'iscrizione all'Ordine. Oggi, al di sotto 10mila euro come soglia di reddito, alla Cassa non ci si iscrive. E per star sotto il minimo spesso si fa nero. Insomma, la previdenza viene vista come una forma di tassazione piuttosto che un investimento sul futuro».

«Credo, sinceramente, che questa riforma rifletta un impianto vecchio, voglia fotografare un'avvocatura che non c'è più e spero che così com'è non venga approvata – spiega Lucia Taormina, da Rapallo –. L'avvocatura era un ceto intellettuale. Oggi, non solo i grandi numeri ma anche la mancanza di una seria formazione 'a bottega' ha fatto perdere alla categoria l'incisività di un ruolo intellettuale. Credo che sia un fenomeno irreversibile e che noi siamo ormai visti solo più come intermediari tra il cliente (cittadino o impresa) e una realtà complessa».

titolo: Parte il welfare delle professioni
autore/curatore: Laura Cavestri
fonte: Il Sole 24 ORE
data di pubblicazione: 18/04/2010

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